Il caldo era eccessivo, non aveva mai sofferto qualcosa di simile; desiderava quasi essersene restato a casa; nulla lo uccideva più del caldo; riusciva a sopportare qualsiasi livello di freddo ecc., ma il caldo era intollerabile. […] Emma ascoltò, osservò, e presto si rese conto che lo stato d’animo di Frank Churchill poteva essere definito perfettamente con l’espressiva frase “essere di pessimo umore”. A certa gente saltavano sempre i nervi quando faceva caldo.
Jane Austen, Emma*
Sono nata all’una di pomeriggio del 18 luglio 1983, dai ricordi di mia madre una delle estati più calde del secolo. A volte penso che quei primi soffocanti giorni di vita abbiano compromesso per sempre la mia sopportazione delle alte temperature e il mio rapporto con l’estate.
Come mi è capitato di scrivere qualche giorno fa mentre uscivo per lavoro alle 14.30, la bella stagione è bella per chi può trasferirsi nella villa in campagna da giugno a settembre, leggendo libri in stanze ombrose, dopo essersi pigramente immerso in un antico lavatoio trasformato in piscina (cfr. Chiamami con il tuo nome).
Qui invece si devono fare cose per pagare le tasse (che arrivano, appunto, in estate. Coincidenze?Io non credo.) ad orari sconsigliati dai servizi di Studio Aperto, ci si deve procacciare il cibo, fare scelte a mente lucida, arrivare a sera.
Essendo del segno del cancro sono composta in parti uguali di nostalgia, lamentela e piantino, come sintetizzato dal pratico grafico qui sotto
è facile quindi intuire come io viva l’essere collocata in un luogo che supera i 20 gradi per troppi mesi all’anno: malissimo.
Quel 33% di nostalgia si fa prepotente in estate, stagione che più di ogni altra a me ha sempre tolto tanto. In estate sono morti i miei nonni, sono finite le mie storie importanti, mi sono sentita molto spesso inadatta alla vita. Ho sempre cercato di far trascorrere i mesi che mi separavano a settembre il più velocemente possibile, sono andata spesso al Nord, mi sono infilata grembiuli bianchi e rosa per stare in casa a fare i compiti delle vacanze, ho comprato agende nuove e programmato tutte le cose da fare una volta ristabilita la pressione sopra i 45/80, ho iniziato entrambi i miei percorsi di psicoterapia.
Le estati di cui ho più nostalgia sono quelle che non ho vissuto, quelle delle protagoniste dei romanzi di Bianca Pitzorno. Mentre io leggevo nella penombra delle tapparelle abbassate per il caldo, Barbara, insieme alle amiche Valentina e Vittoria, vedeva il tranquillo paesino di montagna dei suoi nonni trasformato dalle riprese della telenovela Violante, l’orfana di Marignac e veniva coinvolta in appassionanti avventure. Mentre io aspettavo la sera per vedere Giochi senza frontiere alla tv, Giulia e Olivia, in Sardegna con la nonna fotografa, cercavano di risolvere il mistero della scomparsa di un vaso preistorico da un museo e seguivano le tracce del tesoro stregato di cui parla un'antica leggenda.
La maggior parte del tempo, nostalgie nobilitanti a parte, come mi sento è ben riassunto da quello che in dialetto veronese è detto Ai pasi del poro limon = essere ridotte nello stato di un limone spremuto, poverino.
Come spesso accade per le cose che temiamo intimamente, la minaccia dell’estate è quasi peggio del suo dispiegarsi in presenza. Io inizio a vivere nell’ansia ai primi soletti primaverili che mi costringono ad abbandonare l’abbraccio protettivo dei maglioni, alle prime luci troppo intense che sbattono violente sui canali, ma il gioco d’anticipo mi aiuta anche quando passa la metà di agosto e percepisco già il sollievo delle giornate che si accorciano e dei diari che compaiono nelle cartolerie, passo per strada, annuso la vostra griglia, e stabilisco che l’estate è finita.**
*Se anche voi siete curiosi della presenza di impressioni meteorologiche negli scritti di Jane Austen ho trovato un articolo molto interessante qui.
**Uochi Toki, Il secondo semestre dal disco Laze Biose, 2006
ESTATI che ho ascoltato
STRANO PODCAST - Diversi e felici
di Amedeo Berta
Strano podcast è appena arrivato alla sua 97esima puntata, quindi il perfetto consiglio di ascolto da recuperare in blocco con una scorta di ghiaccolini abbracciati al ventilatore. Nel suo podcast Amedeo Berta parla, insieme ai suoi ospiti, di come essere strani sia una cosa molto normale.
Io sono stata invitata nel luglio 2021 per l’episodio Triste in estate (mai titolo fu più azzeccato) che ci ricorda di come per molti summer is magic ma per altri summer is tragic. Perché sì, esiste anche una depressione stagionale legata al caldo, alla sospensione della routine, alla mancanza dei consueti punti di riferimento, alle giornate lunghe che quando non si sta bene diventano senza scampo.
ESTATI che ho visto
IL GIARDINO DELLE VERGINI SUICIDE
di Sofia Coppola, 1999
Questo film del 1999, tratto dal libro di Jeffrey Eugenides del 1993, è l’esordio alla regia di Sofia Coppola. Quasi nulla prima di questa visione aveva reso in immagini la mia percezione dell’estate con tanta fedeltà, forse solo Picnic ad Hanging Rock, il cui sottotitolo, Il lungo pomeriggio della morte, è effettivamente un’accurato riassunto di quello che provo da giugno a settembre.
ESTATI che ho letto
SULLE TRACCE DEL TESORO SCOMPARSO, SPECIALE VIOLANTE e PRINCIPESSA LAURENTINA
Bianca Pitzorno, 1989-90
Se siete appassionate come me della scrittura di Bianca Pitzorno e dei libri capaci di farti sentire per un po’ parte di altro, di un luogo e tempo di cui coltivare la mancanza e da raggiungere alla successiva rilettura, consiglio di frequentare la pagina Facebook dove l’autrice condivide aneddoti sulla nascita e sulle vicende editoriali dei suoi libri.
Riguardo a Speciale Violante scrive:
Nel 1988 per una brutta caduta mi strappai i legamenti di una gamba, fui ingessata e dovetti restare immobile in casa per più di un mese. In quel periodo, su una rete televisiva minore, trasmettevano una telenovela argentina, intitolata Andrea Celeste dal nome della protagonista, l’attrice bambina Andrea Del Boca. Cominciai a guardarla e ne divenni in un certo senso dipendente. Se per qualche motivo non potevo seguirne una puntata, la registravo per guardarla in un altro momento. Ero consapevole dell’assurdità della trama, ma contemporaneamente ero affascinata dalla storia. Ne ridevo con superiorità intellettuale, e tuttavia non potevo farne a meno.
Cose buone che (nonostante l’estate) mi ha portato giugno:
A Studio Foreste abbiamo ospitato il primo workshop di due giorni su audio e podcast a cura di Jonathan Zenti! É andato così bene che stiamo già pensando di organizzare un secondo modulo in autunno.
Sempre con lo Studio abbiamo partecipato all’Art Night di Venezia, una serata di apertura straordinaria di musei, gallerie, atelier di Venezia.
Abbiamo ospitato una mostra di Anna Dietzel, una bravissima illustratrice che ha disegnato un mazzo di tarocchi e realizzato una stampa in tiratura limitata con Foresto, il nostro axolotl mascotte di studio, e una speciale lettura di tarocchi a cura di
. Anch’io mi sono fatta leggere (per la prima volta) i tarocchi, è stata un’esperienza intensa e sorprendente, sto ancora ripensando ad una carta che mi ha parlato in maniera particolare e credo la illustrerò presto.Ho organizzato la nuova edizione di CaminoControCorrente!
Da 6 anni ormai faccio parte della direzione artistica del Festival, una piccola manifestazione che si tiene nel paese di Camino al Tagliamento, in provincia di Udine. Ho la fortuna di poter scegliere per ogni edizione delle artiste che stimo molto e presentare i loro lavori, quest'anno sono state con me l’autrice e attrice
, le fotografe Diambra Mariani e Yaiza Hernandez.Ho disegnato un manifesto!
Il comune di Brescello, insieme alla Fondazione Don Camillo e Peppone (sapevate che i libri di Guareschi sono proprio ambientati a Brescello, in provincia di Reggio Emilia?) mi ha affidato la realizzazione del manifesto (e di tutta la comunicazione visiva) della ventesima edizione del Film Festival, da quest’anno a cura di Giulia Morelli.
Sono stata invitata a scrivere un consiglio di ascolto sulla mia adorata Newsletter Tostoina!
Io sono Valentina Merzi, mi occupo di illustrazione per libri e riviste, lavoro sull’ identità visiva di progetti personali, siti, newsletter, podcast, social e mi piace molto fare ritratti personalizzati su commissione (di solito annuncio quando apro le prenotazioni sulla mia pagina Instagram). Se non hai ancora un calendario per il 2024 puoi trovare quello che ho illustrato qui.
Questa è Telline, una newsletter di illustrazione, letture, ascolti, visioni, memorie, polaroid e gatti, scritta a Venezia. Arriverà ogni mese su questi lidi, lasciata dalla risacca. Riceverai una newsletter al mese, che rimarrà sempre gratuita.
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Grazie,
Valentina
Non vedo l'ora di sapere quale carta ti ha parlato :)